ENRICO BAJ ALLA BRAIDENSE
Marina Zetti
L'opera d'arte attraverso i libri
frange, Lego. Una buona parte di questi elementi li ho riversati nelle incisioni e nei
libri. Gli stessi materiali sono serviti per personalizzare la custodia, la legatura, il contenitore
libresco. Nelle grafiche ho introdotto il collage, ho stampato acqueforti su tessuti, ho applicato
medaglie… Certi fondi di magazzino o cassetti di mercerie o di vecchie cartolibrerie sono
diventati parte integrante del mio ideale negozio di colori...[1]
La Biblioteca Nazionale Braidense e l’Accademia di Belle Arti di Brera organizzano, nel 2024, un’esposizione che celebra Enrico Baj, inaugurando così la stagione espositiva della biblioteca. Dopo la mostra sulla collezione Otto Prutscher (2023) e quella sui disegni e opere di Saul Steinberg (2022), tenutesi nella Biblioteca Braidense, si celebra ora il grande artista milanese nell’anno in cui ricorrono i cent’anni dalla sua nascita. L’esposizione, incentrata sui suoi libri d’artista, presenta ventisei esemplari provenienti da tre diverse istituzioni: la Biblioteca Braidense, che ha messo a disposizione cinque titoli, l’Accademia di Belle Arti di Brera, che presta un’opera, e l’Archivio Baj, di proprietà di Roberta Cerini Baj, che fornisce venti lavori.
La Braidense nasce come biblioteca pubblica per volontà dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria nel 1786, tra le sue raccolte troviamo libri di biblioteche appartenute a ordini religiosi soppressi, di donazioni e di acquisizioni importanti come quelle − a titolo di esempio − del Collegio Gesuitico, del cardinale Durini, della biblioteca di Umberto Eco. L’incremento del patrimonio documentale della Braidense lo si deve in particolare all’osservanza della legge sul deposito legale, assegnato alla Braidense dalla fine del Settecento. Ciò conferma l’importanza della Biblioteca come archivio della produzione editoriale e come istituzione che conserva la memoria della cultura italiana permettendone la fruizione al pubblico.
Le biblioteche possiedono molti esemplari di libri d’artista, sulla cui definizione esiste molta letteratura. Esso può essere definito libro ma anche opera d’arte. Queste pubblicazioni si presentano quasi sempre attraverso un’edizione numerata e con la presenza di opere grafiche originali; non hanno una sola forma ma sono prodotti in diversi modi e anche i materiali utilizzati sono eterogenei. L’artista segue ogni fase della messa in opera: dalla progettazione alla realizzazione, dalle tecniche impiegate alla stampa, dalla legatura del volume al confezionamento.
Delle cinque opere esposte messe a disposizione dalla Braidense quattro sono state acquistate tra il 1999 e il 2005, mentre la quinta proviene da una donazione privata.
Le provenienze dei documenti raccolti in una biblioteca possono testimoniare e raccontare molti aspetti dell’attività dell’istituzione. In questo caso i libri raccontano la lungimiranza dei bibliotecari e dei loro direttori attraverso una politica degli acquisti accurata e attenta avvenuta tra la fine del Novecento e i primi del duemila.
Il quinto volume qui esposto è frutto di un’importante donazione, proposta da Rizzardo Rizzardi e Loredana Vaccari nel 2021. Il fondo Rizzardi rappresenta la produzione editoriale della Galleria Rizzardi, attiva a Milano dal 1967 al 1997. L’opera in questione fa parte della Piccola collana Rizzardi – Frammenti di arte e di poesia, attività editoriale iniziata nel 1973 su idea di Cesare Peverelli.
Le opere esposte sono:
Alda Merini & Enrico Baj, stampata a Milano da Giorgio Upiglio nel 1998. Esemplare numerato 44 con due acqueforti e tre collage realizzati con carta stagnola.
Alfabeto apocalittico di Edoardo Sanguineti, stampato a Milano dalle Gallerie Rizzardi nel 1984. Esemplare numerato 5, con un’acquaforte di Enrico Baj tirata da Giorgio Upiglio, sono presenti anche ventuno capilettera disegnati dall’artista.
Enrico Baj, di Edouard Jaguer, stampato a Milano e a New York dall’editore Schettini nel 1956. Esemplare numerato 58 dell’edizione italiana.
Les incongruités monumentales, di André Pieyre de Mandiargues, stampato a Parigi dall’editore Michel Cassé nel 1967. Esemplare numerato 5, presenta una nota manoscritta dell’artista: «questi piccoli monumenti colorati 1° luglio 1967 Baj».
Salutz I, di Giovanni Giudici, stampato a Milano da Giorgio Upiglio nel 1986. Esemplare numerato 4, con cinque incisioni.
La Braidense possiede un esemplare di un’opera che l’Archivio Baj esporrà in mostra: De Rerum Natura, pubblicato da Schwarz a Milano nel 1958. Il libro è arrivato in biblioteca nel luglio del 1959 per effetto della legge sul deposito legale e riporta come numerazione dell’edizione il numero 1. Si tratta in realtà di un esemplare le cui incisioni sono biffate, ovvero prodotte da una matrice che presenta segni o tagli eseguiti per impedire la stampa di esemplari non autorizzati. Sul cartellino posto dall’editore sull’opera si può leggere: «terminata la stampa nell’aprile del 1958. Tutte le lastre sono state sbarrate e donate dall’editore alla Calcografia Nazionale dello Stato».
La biblioteca, frequentata da numerosi studiosi, docenti e studenti mette a disposizione molti testi di e su Enrico Baj: un insieme che comprende un centinaio di libri tra cataloghi di mostre, scritti di cui è lui stesso autore, testi di approfondimento critico. Questo corpus permetterà sia al visitatore della mostra sia allo studente di avere a disposizione un ricco materiale di riflessione e di approfondimento.
1 Luciano Caprile, Intervista con Baj, in Baj. Libri d’artista, a cura di Luciano Caprile, Milano, Edizioni Signum Marconi, 2000, p. 11.