Breton e il surrealismo

Spiccano tra loro, in un periodo recentissimo dell’opera di Baj, diverse incarnazioni di quel “generale in grande uniforme”, che Péret ha tradotto in modo indimenticabile con “grosso dorato in piena miseria”. Montagna d’importanza, benché suscettibile al massimo di partorire un topo mentale, questo fenomeno da baraccone costituisce egualmente una sopravvivenza minacciosa, soprattutto da quando ha incominciato a parlare di “guerra psicologica” e a nutrire di Clausewitz e di Mao Tse-tung il suo piccolo roditore.

André Breton, Enrico Baj, 1963